Sulla remota spiaggia nera di Solapa, a Fuerteventura, quando il giorno cede il passo all’invisibile, Paola si lascia attraversare dalla voce di Yakumama — il canto antico della Madre Acqua.
Non è danza. Non è teatro: è un rito.
Il suo corpo scivola nella sabbia scura come nel grembo della Terra. Le onde sussurrano alle rocce, mentre ogni gesto si fa preghiera silenziosa, ogni respiro si fonde con l’eco dell’isola.
In questa offerta spontanea e potente, Paola non interpreta: si dissolve.
Corpo, sabbia e suono diventano un’unica presenza vivente. |
|
